Cartelle esattoriali, verso un nuovo rinvio. Fino alla fine dello Stato d’Emergenza, forse

In assenza di una nuova proroga, i contribuenti dovranno pagare le cartelle esattoriali, tra l’altro in un’unica soluzione

Si riaccende la polemica sulle cartelle esattoriali, con milioni di atti congelati a causa del Covid-19 per tutto il 2020 ed anche per il 2021. Eppure, il tempo è scaduto e, in assenza di una nuova proroga, i contribuenti dovranno pagare le cartelle, tra l’altro in un’unica soluzione. Già, perché le 4 rate che sono state rimandate nel tempo dovranno essere saldate e a trarne i benefici è proprio il governo che, tra rottamazione ter e saldo e stralcio, potrà godere di entrate per circa 1,5 miliardi di euro. Qualcosa era già stato deciso circa le scadenze ma Forza Italia avanza nuove pretese chiedendo un nuovo rinvio al 2022 di tutte le scadenze. A farsi portavoce del pensiero del partito sono stati, venerdì, Antonio Tajani e i capigruppo Annamaria Bernini e Paolo Barelli, secondo cui non è possibile richiedere di pagare le tasse a chi, ormai, non può più farlo.

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La Lega, dal canto suo, chiede una rottamazione generalizzata di tutte le pendenze col fisco. E di mezzo c’è anche il Pd che aveva presentato degli emendamenti per la proroga al 31 dicembre della scadenza delle rate arretrate proponendo di spalmare il pagamento in 4 trimestri. Da Fratelli d’Italia, l’idea della proroga fino al termine dello stato di emergenza.

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Mancano risorse

“Al tavolo del fisco, con tutta la maggioranza, si è scelta una strada precisa, approvata poi dal Consiglio dei ministri, che vale 8 miliardi di euro. In questo schema le cartelle esattoriali non ci sono. Penso anche io che sia un tema importante, ma molto oneroso, e non contenibile nelle risorse a disposizione del Parlamento. La maggioranza al Senato, che lavora sulla legge di bilancio, lo sa bene“, commenta il viceministro dell’Economia Laura Castelli. Insomma, le risorse non ci sono ma margini di speranza sembrano essere lasciati dagli altri partiti. Se ne discuterà al vertice di maggioranza, che dovrà affrontare in via definitiva il problema della cancellazione del tetto Isee da 25 mila euro per prorogare il Superbonus a favore delle abitazioni monofamiliari.

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