Pensione, cosa devi fare per non perdere gli arretrati

Il nodo degli arretrati per i dipendenti pubblici rimasti a casa durante il lockdown è stato sciolto. Ora si guarda a coloro che hanno potuto svolgere la loro attività in smart working.

Aran e sindacati stanno da tempo discutendo in merito agli arretrati di quei dipendenti pubblici andati in pensione tra il 2019 e il 2021, in piena crisi della pandemia secondo quanto affermato dal nuovo contratto delle Funzioni centrali. Si era giunti a una pre intesa qualche giorno prima di Natale, risultato che verrà a breve confermato: i pensionati ex dipendenti pubblici riceveranno i loro arretrati. I benefici economici saranno calcolati anche al personale che ha cessato il servizio, ma con diritto di pensione nel periodo di vigenza del contratto Funzioni centrali. Per questo motivo chi è andato in pensione tra il 2019 e il 2021 avrà diritto sia agli arretrati che al ricalcolo dell’assegno previdenziale e della buonauscita.

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Il nuovo contratto delle Funzioni centrali che riguarda i dipendenti dei ministeri, delle Agenzie fiscali e degli enti pubblici non economici come INPS e Inail prevede aumenti lordi mensili da 85 a 117 euro. Visto che il contratto è stato firmato alla fine del triennio di vigenza contrattuale, i dipendenti riceveranno gli arretrati. Questi oscilleranno tra i 970 e i 1.800 euro a seconda dell’area di inquadramento. Per chi è andato in pensione sarà fatto un ricalcolo pro-quota a partire dal 1 gennaio 2019 fino alla data della pensione.

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Nel nuovo contratto c’è anche la regolamentazione dello smart working. I sindacati, vista la situazione ancora incerta della pandemia, chiedono il lavoro agile per le amministrazioni fino al 31 marzo 2022. Smart working al 100%. La proposta dei sindacati è appoggiata dal Movimento 5 Stelle, ma è braccio di ferro con Palazzo Chigi, che invece vuole rimanere alle regole attuali, considerate già abbastanza flessibili per quanto riguarda lo smart working all’interno delle amministrazioni. Secondo le amministrazioni lo smart working di massa non è più giustificato come durante i mesi più neri della pandemia.

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