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Bonus matrimoni, il Governo diceva di voler aiutare gli sposi con 40 milioni di euro. Ma i soldi finiranno ad altri

Published by
Chiara Feleppa

Il Bonus matrimoni è stato presentato come un incentivo volto ad aiutare le coppie di sposi. Eppure, sembra non proprio così.

Il bonus matrimoni è un incentivo pensato per sostenere le giovani coppie di sposi che decidono di convolare a nozze. Infatti, la pandemia ha reso praticamente impossibile le celebrazioni di matrimoni e di eventi, che sono stati rimandati. Ora che gli eventi sono ripartiti, pur con limitazioni e con l’obbligo di Green Pass, le celebrazioni sono iniziate di nuovo, usufruendo anche dei bonus messi a disposizione dal governo. Uno di questi è proprio il bonus matrimoni, introdotto dal Governo Conte. Inizialmente, si trattava di un incentivo a due strade, diviso in due tranche di aiuti: una destinata alle imprese e un’altra destinata alle coppie in procinto di sposarsi.

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Tuttavia, in commissione Bilancio, a Montecitorio, non è passato l’emendamento che prevedeva la detrazione per gli sposi. E’ stato dato via libera, invece, al contributo a fondo perduto ai settori del wedding e dell’intrattenimento. Il bonus sposi prevedeva una detrazione del 25% sulle spese per la cerimonia nuziale, fino a un massimo di 25mila euro, con un tetto massimo di sconto fiscale di 6.250 euro. La misura doveva valere per tre anni, dal 2021 al 2023 per le spese documentate, sostenute in Italia, legati alla celebrazione di un matrimonio. Il finanziamento previsto era di 40 milioni di euro.

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Rientravano nell’emendamento le spese per il servizio di ristorazione o di catering, per l’affitto dei locali, per il servizio di wedding planner, gli addobbi floreali, gli abiti degli sposi, il servizio di trucco e acconciatura e quello fotografico. Le riforme stanziate dal Governo per supportare il settore wedding, sono andate principalmente a favore degli addetti al settore wedding, cioè agenzie matrimoniali, il personale d’intrattenimento, wedding planner. Pertanto, il Bonus Matrimoni, è finito per essere un contributo a fondo perduto che coinvolge tutti i titolari di partita IVA, legati al mondo dell’organizzazione di matrimoni. Gli sposi, che hanno lamentato la mancanza di aiuto reale, sono di fatto stati lasciati da parte.

Requisiti

I requisiti da rispettare sono:

  • Avere la sede nel territorio italiano
  • Dimostrare una diminuzione del fatturato nell’ultimo anno
  • Presentare la domanda per certificare il codice ATECO di appartenenza

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