Conti correnti controllati dal Fisco: ci sono alcune operazioni che è meglio non fare

In generale, il Fisco controlla e osserva tutti i conti correnti. Occhio a prelievi, versamenti e bonifici. 

L’occhio del Fisco è sempre presente sui nostri movimenti e sui passaggi di denaro da un conto all’altro che effettuiamo quasi quotidianamente. La lotta all’evasione fiscale è ormai dichiarata e il gettito dovrebbe passare dai 2,1 miliardi incassati nel 2019 a 2,4 miliardi entro la fine del prossimo anno, con un aumento del +15%. Si prevede, inoltre, un incremento di 2,7 miliardi annui entro il 31 dicembre 2024, con un aumento del +30%.

Leggi anche: Visite fiscali dell’INPS durante la malattia: è cambiato tutto e dovrai prestare molta più attenzione. Soprattutto durante festivi e weekend

La lotta all’evasione fiscale, uno dei capisaldi dell’azione di Governo di Mario Draghi, dovrà essere definita in primo luogo in termini di maggior gettito da recuperare, agendo sul convincimento dei cittadini a pagare le tasse. In secondo luogo, si punta a gestire il magazzino delle cartelle irrecuperabili e condonate da diversi governi. In terzo luogo, si mira ad una gestione più efficiente della riscossione per evitare nuovi accumuli, sfruttando i fondi del Recovery.

Leggi anche: Vacanza di 10 giorni: il conto è facile. E se spendi più di questa cifra hanno ragione se ti dicono che hai problemi nell’amministrare i tuoi soldi

L’occhio del Fisco

I movimenti che attirano i controlli del Fisco sono 3: prelievi, versamenti e bonifici. Il Fisco in generale presta attenzione ai movimenti di grandi flussi di capitali, con attenzione ai soldi che entrano in Italia e al trasferimento di denaro all’estero. Tuttavia, spesso e volentieri basta pochissimo per subire una sanzione fiscale, come un piccolo versamento non giustificato. In generale, il Fisco controlla e osserva tutti i conti correnti, senza prestare molta attenzione alla categoria a cui appartiene il contribuente e soffermandosi, invece, sui depositi bancari che generano sospetti.

Leggi anche: Il Covid tinge di rosso anche il Colosseo: danni senza precedenti

Tutti i nostri movimenti, oltre ad essere costantemente monitorati dal Fisco, sono accessibili alle Agenzia delle entrate. Quand’è che scatta l’accertamento fiscale? Alcuni casi frequenti sono, ad esempio, movimenti di denaro effettuati con frequenza. Non di rado, il Fisco esegue dei controlli incrociati sui redditi prodotti dal contribuente e su quelli collegati dei parenti. Il Fisco avvia controlli nel caso di movimenti sul conto corrente riconducibili a reddito non dichiarato, partendo dal presupposto che il tenore di vita del contribuente non corrisponda ai redditi dichiarati. Secondo quanto stabilito dalla sentenza n. 18109 del 202, il Fisco può eseguire gli accertamenti fiscali sui redditi in nero e controllare i conti correnti dei parenti.

Per quanto riguarda i bonifici, i controlli scattano in genere nel caso di bonifico accreditato inaspettatamente. E’ possibile dichiarare le somme di denaro percepite inaspettatamente al Fisco e giustificare a mezzo di prova la provenienza del denaro esente, non tassabile. Altrimenti, in assenza di prova, il Fisco sanziona la somma di denaro ricevute. Non bisogna dichiarare invece i rimborsi spese, le trasferte, i risarcimenti dovuti per danno morale, le donazioni. In generale, tutti i movimenti di denaro sul conto corrente possono essere contestati dal Fisco.

Impostazioni privacy